29 ottobre 2014

Il ciclo di Negus, un percorso ideato dagli Ivernomuto

il ciclo di Negus
courtesy: Marsèlleria

23 ottobre - 29 Novembre, 2014

Gli Invernomuto, duo artistico composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, presentano dal 23 Ottobre in Marsèlleria un percorso fatto di installazioni, video e sculture, le quali si sviluppano sui tre piani dello spazio espositivo.

Il ciclo di Negus si ispira ad una storia della tradizione popolare, tramandata oralmente  a Vernasca, paese d’origine degli Invernomuto. Il racconto narra dell’effige di Haile Selassie I, ultimo Negus d’Etiopia, bruciata nella piazza principale di Vernasca per festeggiare il ritorno di un soldato del paese dalla campagna italiana in Etiopia.
Il percorso ideato dai due artisti sembra essere la giusta visione di un evento avvenuto nel 1936, di cui non esistono immagini, ma solo una tradizione orale.
L’accesso all’esposizione è dal piano interrato. Lo spettatore è accolto all’interno di uno spazio surreale: pareti argentate e riflettenti fanno da cornice ad un primo video, accompagnato da un’installazione sonora che riecheggia nella stanza. A completare l’atmosfera sono una nuvola di vapore che fuoriesce dal pavimento ed un’accecante luce proveniente da lampade per la coltivazione.
Wondo Genet - o “paradiso terrestre” in lingua Amharic - è il nome del primo dei tre ambienti che costituiscono l’intero percorso espositivo. Il titolo si riferisce ad una zona vicino a Shashemene, ed è anche il nome di un famoso resort in Etiopia. L’installazione è costruita sull'idea di Eden, di paradiso terrestre, descritta anche nel video, ironizzando sullo stesso.
Ogni spazio è stato chiamato con il nome di un luogo esistente, per descrivere l’atmosfera che si può trovare nelle aree corrispondenti.
Il percorso continua con Ruatoria, installazione che si sviluppa al piano terra. Ruatoria è una località che si trova in Australia, ed è il punto più a est del mondo, il primo luogo ad essere illuminato dalla luce solare all’inizio di un nuovo giorno. Nella zona vive una comunità Rasta-Maori, in attesa della venuta del Messia Haile Selassie I.
Tre sono le sculture presenti su questo piano, attraverso le quali i luoghi del racconto degli Invernomuto vengono idealmente collegati tra loro.
A fare da scenografia è Wax, Relax, un monumento della cultura popolare che si rifà alla copia della grotta di Lourdes presente nella chiesa di Vernasca. Il lavoro si focalizza sul concetto di copia, di duplice e multiplo, essendo la stessa opera la copia di una copia della grotta reale. La scultura realizzata in cera è destinata a sciogliersi durante i giorni della mostra.
In primo piano troviamo Zion, Landscape, anch’essa la copia di un monumento esistente, ovvero una scala composta da quattordici scalini, i quali simboleggiano gli anni della presenza del regime fascista in Etiopia. I due artisti sventrano la struttura originale affiancando una pianta agli scalini per ricordare l'esotico e ponendo la copia della statua del leone su uno schermo LCD, nel quale viene riprodotto un video realizzato dagli artisti al National Museum di Addis Abbeba che conserva il primo ominide: Lucy. Quest'ultima scultura è chiamata Motherland.
A completare il percorso all'ultimo piano è l'installazione Black Ark, nome della casa discografica fondata in Jamaica dal produttore dub/reggae Lee “Scratch” Perry, e bruciata dallo stesso nel 1984, come atto di purificazione.
Le prime sculture che troviamo salendo sono Negus, una lamiera sagomata raffigurante Haile Selassie I,  e “I-Ration”, una stella a tre punte che ricorda il logo di Mercedes-Benz stella che era l’emblema di Haile Selassie I che divenne il logo della casa automobilistica che in cambio fornì mezzi di trasporto pubblico.
A guidarci verso il fondo della sala è il mantra "Standing on the hill, in Veeeernasca!" interpretato in un video da Perry nella piazza principale di Vernasca, luogo dove negli anni Trenta venne bruciato il fantoccio di Haile Selassie I. Il fuoco è il protagonista di un rituale, ed utilizzato per eliminare le influenze negative. L’elemento è stato scelto dai due artisti per la purificazione di Vernasca ed in modo particolare della sua piazza.
Il viaggio guidato dagli Invernomuto termina qui. Molti sono i souvenir e gli stimoli che restano allo spettatore, un percorso ricco di significati ed immagini. Vari sono i livelli su cui si sviluppa la mostra, in senso fisico all'interno dello spazio espositivo, e dal punto di vista concettuale, facendo nascere spunti per una riflessione più ampia.


Invernomuto

Marsèlleria, Milano
23 Ottobre - 29 Novembre, 2014

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English version


The Negus cycle, an itinerary conceived by Invernomuto

The artistic Italian duo Invernomuto, composed by Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, presents an itinerary that comprise installations, videos and sculptures developed on the three floors of the exhibition space. The exhibition is starting on the 23rd of October at Marsèlleria, in Milan.
The Negus cycle takes inspiration from a popular tradition of Vernasca, the native village of the artistic duo. The story talks about the burning of Halle Selassie I’s effigy, the last Negus of Ethiopia. That action was realized on the central square of Vernasca for celebrating the return of a soldier from the italian campaign in Ethiopia. 
The Invernomuto’s itinerary seems to be the right view of an event happened in 1936, from which don’t exist photos or images, only an oral tradition.
The entrance to the exhibition is on the basement. The spectator is received in a surreal space: silver and reflecting walls are the frame for a video and an audio installation. A cloud of fog above the floor and a dazzled light coming from many other lights for indoor cultivation complete the atmosphere. 
Wondo Genet - or “earthly paradise” in Amharic - is the name of the first of three spaces, which constitute the whole exhibition itinerary. The title is related of a location near Shashemene, and is also the name of a famous resort n Ethiopia. The installation is built on the idea of Eden and it’s illustrated into the video ironizing on that idea.
Each place is called with the name of a real location to describe the atmosphere that we can find in the corresponding areas.
The itinerary continues with Ruatoria, the installation on the first floor. Ruatoria is a location in Australia, the Easternmost point of the world, the first place which the solar light illuminates the beginning of a new day. In that place live a Rasta-Maori community attending the arrival of Messia Haile Selassie I.
In that floor there are three sculptures which connect the places of the Invernomuto’s story. The scenography is Wax, relax, a monument which takes inspiration from the popular tradition. Indeed the sculpture is a copy of the copy of the Lourdes’ cave located  in the church of Vernasca’s village. The art piece is focused on the concept of copy, duplicate and multiply. The sculpture is made from wax and it’s going to change during the exhibition.
In the foreground we can see Zion, Landscape, another copy of an existing monument: a stair with fourteen steps. These are the symbol of the presence of the fascist regime in Ethiopia. The two artists decomposed the original structure. They put near the stair a plant to recall the exotic, and a copy of the lion above a LCD screen. That sculpture is called Motherland and it reproduces a video of the National Museum of Addis Abeda where is conserved the first ominide: Lucy.
To complete the exhibition itinerary there is the installation at the last floor, titled Black Ark. The name is took from the recording studio founded in Jamaica by the producer dub/reggae Lee “Scratch” Perry, and burnt down by himself in 1984 as an act of purification.
The first sculpture is Negus, a profiled sheet that on one side bears an airbrushed portrait of Haile Selassie I; the other side has a mirror finish. The second sculpture is I Ration, a three-pointed star, made in iron and cut at the center by a flame that lights at regular intervals. Its shape recalls the Mercedes-Benz logo, that once was the emblem of Haile Selassie I. To guide us until the end of the room is the mantra "Standing on the hill, in Veeeernasca!” song of a Perry’s video presented in the central square of Vernasca, for eliminating the negative influences.

The trip conceived by Invernomuto ends here. There are a lot of souvenirs and props for the visitors that will experience this itinerary rich of images and meanings. More than one layer can be developed during the exhibition, firstly the physical sense and secondly the conceptual mood which flourish different sparks useful for bigger reflections.

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