23 gennaio 2014

Gohar Dashti: stare dentro a ciò che è fuori

A Milano la galleria Officine dell'Immagine presenta per la prima volta una retrospettiva dell'artista iraniana Gohar Dashti dal titolo Inside Out e curata da Silvia Cirelli. Nata e ancora oggi residente a Theran, Gohar esemplifica con le proprie fotografie il disagio di una generazione che ha dovuto affrontare tragedie collettive diventate personali. L'artista infatti nasce durante la Rivoluzione Islamica che colpicse l'Iran nel 1979, e trascorre la sua infanzia durante la sanguinosa Guerra Iran-Iraq (1980-1988). I suoi lavori sono metafore paradossali della vita quotidiana della popolazione iraniana. Le ambientazioni segnate dalla guerra fanno da sfondo a personaggi allegorici, i quali compiono le più normali azioni senza curarsi di ciò che sta loro attorno.
Presso la galleria sono esposti alcuni lavori delle diverse serie realizzate dall'artista. Essi sono la rappresentazione del' "inside out": uno stare dentro il fuori, un essere presenti in una realtà che ormai è propria del popolo iraniano, sebbene ne sia estranea, una realtà militare e guerrigliera. 
Today's Life War #4, 2008
Del 2008 è Today's Life War nelle cui immagini una coppia svolge le azioni più comuni come fare colazione, guardare la televisione, dormire e leggere il giornale, continuamente circondati da elementi di disturbo quali carri armati, soldati, bunker ed elmetti abbandonati. Interessante è il puro contrasto che si crea tra le azioni quotidiane che ognuno di noi è abituato a compiere ed una realtà così distante dalla nostra. I protagonisti delle fotografie sembrano vivere come se ormai fossero abituati a quella che non è più l'eccezione ma la regola: la costante presenza della guerra.
Slow Decay #2, 2010
L'ambientazione si fa più intima in Slow Decay del 2010. Le fotografie sembrano penetrare uno spazio familiare, come delle finestre esse portano alla luce i disagi dei componenti di una famiglia iraniana: dalla bambina che si addormenta di fronte ad un telefono insanguinato al padre pensieroso sopra un letto in un ambiente spoglio.
Spazi più ampi sono quelli della serie Volcano del 2012. Le pose plastiche dei protagonisti sembrano essere dei fermi immagini di una realtà surreale: tutti ridono apparentemente senza un motivo particolare. Le ambientazioni sembrano essere dei teatri dell'immaginario collettivo in bilico tra realtà e finzione.
L'ultima serie del 2013 è Iran, Untitled. Le fotografie mettono in evidenza la realtà iraniana negli spazi desertici e desolati della periferia di Mashhad. Recinti immaginari fissano gruppi di persone in una piccola porzione di spazio rispetto all'immensità che li circonda. I personaggi delle immagini sembrano essere stati estrapolati dal loro contesto originario e trasportati improvvisamente in un paesaggio spoglio e minimalista. Ognuno di loro guarda in una diversa direzione, cosa attiri la loro attenzione non ci è permesso di vederlo, che cerchino forse delle risposte per il loro futuro?



Iran, Untitled #7, 2013



Gohar Dashti. Inside out

24 Ottobre, 2013 - 24 Gennaio, 2014

1 commento:

  1. Articolo molto ben scritto che invoglia il lettore a prendere e andare a vedere la mostra!

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